GAMMATALK + SPOTSHOW = ELIO GRAZIOLI 'INFRASOTTILE' + CODEGHINI & OBERTI
Oggi prendiamo con disinvoltura immagini da qualsiasi parte, le copiamo, le ritagliamo, le montiamo con pezzi di altre, o le lasciamo tali e quali e le facciamo circolare perché ci piacciono, vi abbiamo visto qualcosa che vogliamo condividere. D’altro canto la società dello spettacolo è diventata così pervasiva
che tutto si fa per immagine. Ciò di cui si parlerà in questo libro è dell’arte come capacità dell’artista di vedere e di mostrare diversamente la realtà, non per rimuoverne i lati spiacevoli, tragici o imbarazzanti, ma per delineare un verso da cui prenderla e un modo determinato di starci dentro. Al centro sta la nozione duchampiana di inframince, infrasottile, neologismo che sembra indicare quei fenomeni ai limiti della percezione che mostrano il passaggio da uno stato a un altro. Attraverso i suoi diversi caratteri si presenteranno diverse strategie, a cui corrispondono i titoli dei capitoli, attraverso le quali si disegnerà un percorso particolare dell’arte degli ultimi decenni, trasversale, non rispondente a movimenti e tendenze, fatto invece di affinità, di atteggiamento, di sensibilità e di pensiero.
Elio Grazioli è critico d'arte contemporanea e di fotografia. Insegna Storia dell'arte contemporanea all'Università degli Studi e all'Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo. Dal 2007 al 2017 è stato direttore artistico della manifestazione "Fotografia Europea" di Reggio Emilia. Dopo essere stato negli anni '80 redattore della rivista Flash Art e aver nei '90 fondato la rivista Ipso Facto, dirige ora con Marco Belpoliti il semestrale monografico Riga (Marcos y Marcos editore), di cui ha curato in particolare i volumi dedicati a Marcel Duchamp (1993), Francis Picabia (2003), Kurt Schwitters (2009), Andy Warhol (2012), Le scarpe di Van Gogh (2013). Ha infine pubblicato diversi libri, alcuni tematici, come Arte e pubblicità (B. Mondadori, 2001), La polvere nell'arte (B. Mondadori, 2004), La collezione come forma d'arte (Johan & Levi, 2012), altri monografici su singoli autori, come Piero Manzoni (B. Mondadori, 2007), Ugo Mulas (Bollati-Boringhieri, 2010), Davide Mosconi (Tri.pli.co., 2015), Duchamp oltre la fotografia (Johan & Levi, 2017).
Gianluca Codeghini (1968). Fin dai suoi primi progetti come _Conservare fuori dalla portata_ (1992), _La patologia del benessere_ (1996) e come nelle più recenti _Crudeltà inaudite_ (2007), _Pezzetti e bocconi_ (2009) o _A slow movement between my fingers_ (2012), Gianluca Codeghini innesca concetti e processi in cui la relazione con e tra il pubblico diventa fondamentale per produrre cortocircuiti, tensioni e provocazioni discrete: "Ascolta intensamente, al punto tale da lasciare nella memoria il dubbio di aver ascoltato altro o di non aver ascoltato affatto". Tra le sue recenti mostre personali ricordiamo _Cose semplici che puoi fare per perderle_ alla Galleria Six, Milano (2018); _Short story without return_ alla RCM Galerie, Parigi (2016); I'm just a toy al Behind the mambo project, Bologna (2015); _Rustling_ alla Galleria Enrico Fornello, Milano (2012); _Unheard-of cruelties_ a Viafarini, Milano (2011); _Noi.se [1] a _Neon_campobase, Bologna (2009).
Giovanni Oberti (Bergamo, 1982. Vive e lavora a Milano). Ha studiato presso l'Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo, dove si è diplomato nel 2006. Ha tenuto diverse mostre personali in Italia e all'estero tra cui: _Laghi di aceto _al TILE project space, Milano, 2016; _Onorarono _al Munich Kunstverein, a cura di Chris Fitzpatrick, Monaco di Baviera, 2015; _I fiori in tasca _alla Galleria Enrico Fornello, Milano, 2012; _Arise Therefore_, con Daniela Huerta, alla Galleria Enrico Fornello, a cura di Alessandro Sarri, Milano, 2011; _8_, con Elio Grazioli, a cura di Chiara Agnello, al Careof, Milano, 2010; _Placentarium_, a cura di Marinella Paderni, alla Galleria Placentia Arte, Piacenza, 2009.
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