ERA VULGARIS

PREMESSA

 

Supponiamo che io ti chieda “Perchè hai picchiato tua sorella?” e so che tu sei figlia unica, quale sarebbe la tua reazione?

E’ una metafora è utilizzata  nei corsi di filosofia della scienza per introdurre lo scarto fra la causalità di linguaggio e memoria rispetto alla non causalità della meccanica quantistica. La struttura insita nell’artificio del codice naturale non è applicabile alle nuove costruzioni della fisica e dell’ordine del tempo. Lo scarto è sostanziale e oltremodo stimolante. Si rende così necessaria una traduzione. Ma tradurre qualcosa non significa fare a meno dell’originale? Quante parti essenziali se ne possono conservare?

 

Benvenute in Era Vulgaris

 

XVII INTERSEZIONI

 

 

Intendiamo per naturale ciò che non va affatto spiegato

 

Guarda l’orologio, l’ora che leggi è un inganno, il tempo è simultaneo.  Per correggere il tuo display devi inserire questa formula: ∆S≥0. E’ il secondo principio della termodinamica che introduce l’Entropia, nell’universo del reale solo il calore ha un verso di scorrimento. Il libro del tempo può essere sfogliato in tutte le direzioni: il passato, presente e futuro sono solo delle costruzioni culturali.

 

L’eterna corrente trascina sempre con sé tutte le epoche, nell’indifferenza di ciò che noi chiamiamo inanimato.

 

Tutto ciò che chiamiamo biodiversità è dato dalla combinazione di sei atomi. I principi di semplificazione e ricombinazione sono alla base della creazione. Sempre per questa ragione molti autori ritengono che l’uomo possa conoscere realmente solo ciò che sta alla portata dei suoi occhi.

 

La spazialità del mondo è una rete di relazioni incongrue e multiformi fra una nebulosa di microgranuli elementari.  Essi appaiono in forme definite ed intellegibili solo se stimolati da un contatto con forme più grossolane di materia.

 

Il pensiero astratto e una sua conseguente mediazione plastica possono anticipare l’evidenza scientifica di centinaia di anni.

 

Grandi nuvole di idrogeno veleggiano per la galassia, contraendosi ed espandendosi accendono una stella. Qualcosa accade, una porta viene aperta: l’idrogeno brucia in elio e un ulteriore tassello nel caos cosmico si aggiunge.

 

Nella sua ansia di oggettività la scienza non deve dimenticare che la nostra esperienza del mondo è dall’interno. Esiste sempre un punto di vista, quello lineare è ormai alle nostre spalle, nuove possibilità di localizzazione devono essere ricercate.

 

E’ il disordine -cioè il fato- a far progredire il tutto, non l’energia. Se non fosse così il mondo entrerebbe in equilibrio termico e nulla più avverrebbe. Non viviamo in eterno sdraiati sotto al sole d’estate.

 

L’unico modo per esperire il passato è confrontarsi con le sue tracce nel presente. Ovunque ci sono tracce. I crateri sulla luna testimoniano di impatti passati. I fossili mostrano la forma di esseri che hanno vissuto prima di oggi. I telescopi raccolgono i bagliori di esistenza di galassie che non ci sono più. La nostra mente, luogo del microcosmo, si accende di ricordi sotto forma di immagini.

 

Per lasciare una traccia è necessario che qualcosa si arresti, smetta di muoversi. Tutto questo può avvenire solo con un processo irreversibile, degradando energia in calore. I computer scaldano, un corpo che balla muovendosi scalda, le meteore che cadono sugli astri scaldano, persino la piuma di un amanuense benedettino del Medioevo scaldava un pochino la carta dove posa l’inchiostro. Sono tutte manifestazioni invisibili di un unico costante processo: in un mondo senza calore tutto rimbalzerebbe via senza lasciare alcuna traccia di sé.

 

Il futuro è semplicemente ciò che non ha ancora lasciato traccia.

 

La scienza, così come l’arte e la filosofia, non evolve. Le tre discipline si compenetrano. Le teorie di Einstein sono un’opera più vicina ad Aristotele che a Newton. Come Aristotele Einstein sostiene che le proprietà dello spazio dipendono dalla presenza articolata di corpi in un campo di forze in interazione fra loro.

 

Cause, memoria, tracce. Dal punto di vista della fisica elementare nulla di tutto questo esiste, ma solo delle configurazioni e delle regolarità. Il grande racconto dell’universo appare come una luce sfocata, dai contorni frammentati o irregolari con concrezioni inespugnabili. La mistica è arrivata molto prima dei quanti a questa conclusione, la sua estasi ricuce la ferita.

 

La musica per esistere ha sempre bisogno di un tempo.

 

E’ lecito chiedersi se con l’avvicinarsi nei modi descritti agli stati sempre più elementari della materia siano i nostri sensi ad essere più acuti o sia la materia stessa ad emettere radiazioni più intense?

 

Quel che ancora non ha nome, che non è stato coniato, invita ad altri viaggi. Ritornando indietro lungo il corso discreto del tempo, si arriva nel luogo dove il tempo non è ancora accaduto. Quindi nel futuro.

 

 

CONCLUSIONE

 

Era Vulgaris è una locuzione usata dall’ astronomo, matematico ed economista Johannes  Kepler nel 1615  per non riferirsi più alla religione cristiana nel  tenere conto del tempo. Volontariamente o meno Kepler introduce una interessante ambiguità perché l’anno zero insiste sulla stessa scala del calendario gregoriano, in una sorta di segno interrogativo sui limiti della scienza pura.

Circa quattro secoli dopo uno dei più interessanti Dj del panorama underground della Trance-Progressive Mediterranea decide di utilizzare Era Vulgaris come pseudonimo, rinnovandone in modo inconscio l’ambiguità  semantica. La psicotropia chimica veleggiata sul ritmo schematico in quattro quarti di battito elettromagnetico dei subwoofer attrae corpi in sala da ballo, accumunati dalla dispersione di calore, spingendoli a sperimentare inaspettate forme di avvicinamento tra frammenti cosmici. Ellissi, iperboli e rivoluzioni degli stati della coscienza modificano lo spazio e il tempo in una nuova forma suggestiva ed immaginifica del reale dove può accadere di incontrare la propria sorella pur essendo figlie uniche, considerando tutto questo come un fatto naturale. La cosa ancora più curiosa è che questa eco si rintraccia negli scritti di uno dei più importanti studiosi viventi della gravità quantistica, Carlo Rovelli, che definisce gli stati alterati come i più affini per accostarsi alle pieghe dello spaziotempo elementare.

 

LESSIO DE GIROLAMO (main room): presenta una sezione del suo lavoro sul linguaggio con i libri d’artista MAMIOMEGA, THE PSYCHOTRONIK BOOK OF THE SEA, WONDER WATERS e YOU THINK TO TURN AROUND . Lettere e codici si monumentalizzano in singole entità totemiche per la successione di parole, sillabe e frasi ambigue in grado di vivere in una forma autonoma che eccede la struttura logica del linguaggio per consegnare l’autore a una dimensione diversa, arcaica e prettamente sensoriale.  Il medium pittorico utilizzato è ottenuto da una ricetta con ingredienti naturali contro la contaminazione di campi elettromagnetici e diventa segno che spolvera e macchia proporzionalmente alla consultazione delle pagine, marcando visibilmente il corpo umano con lo stesso pigmento creato per annullare l’azione di entità intangibili. La grande lettera GIANT T campeggia sul fondo dello spazio diventando quinta del video documentazione della performance “WONDER WATERS”. La scritta composta dalle 12 lettere disposte in senso orario si combina con l’idrogeno dell’acqua spazzato con scope dagli abitanti di Valletta, producendo lo scioglimento del pigmento e il conseguente annichilimento della parola. Il gesto della pulizia si concretizza nel purificazione del silenzio (Triton Square, Valletta, Malta, 2019).

 

HYUN CHO (prima sala e grande): realizza per lo spazio una serie di sculture ottenute da disassemblaggio e ricompozione di elementi usati sia nel lavoro che nell’oggettistica di costume giovanile, estraendole dai limiti della funzione per cui erano pensate. Un piacere fresco, ibrido fra il visivo e il tattile accompagna tutto il suo lavoro: l’uso di materiali come l’alluminio, il nastro di sicurezza reflettivo,  silicone, parti di skateboard e LED smontati riportano ad un approccio vivace all’esperienza, valorizzato dall’uso di luci neon e strutture cinetiche in perfetta simbiosi con la personalità dell’artista. Le ultime serie sono contrassegnate dall’unione di materili e testo, diventato di fatto materiale esso stesso, portato dall’artista in forma tridimensionale e plasmato secondo un immaginario disco-pop, in cui strutture grammaticalmente semplici ma dal grande potenziale evocativo accendono energie intime e le registrano su oggetti fisici, lisci ed inanimati liberandole così da ogni forma di moralismo o giudizio introspettivo. Prima sala (sx verso dx): FURY AND MOON, SMOKING FOUNTAIN, SPACE SHUTTLE, SMOKING FOUNTAIN N.1. Sala grande: INFORMAL MODE.

 

NICCOLO’ MORONATO (mezzanino): THE SMALLEST CONTROLLABLE ELEMENT, 2020, fotografia da telescopio, voce di intelligenza artificiale e suono, è una nuova ricerca ispirata dalle possibilità dei Deep Space Telescopes, realizzata a quattro mani con il graphic artist Marcelo Vendramel. Una voce di un’intelligenza artificiale, debitamente istruita per risultare naturale nella sua artificialità, legge la definizione di pixel, sostituendo la parola con person. Scorrono immagini di corpi celesti molto lontani, scaricate direttamente dal satellite Kepler. Il video è ottenuto dalla miscellanea di due momenti distinti di elaborazione delle immagini. Da un lato fotografie, attinte dalla restituzione diretta dell’obiettivo satellitare, scomposte in forma di grandi pixel nei loro colori e nelle loro componenti tramite un software di astronomia amatoriale, variandone i parametri base di temperatura di ricerca e orientamento. Dall’altro animazioni che restituiscono il processo di registrazione delle immagini filtrate dal software. Entità estetiche effimere spingono lo spettatore a confrontarsi con una forma di stress dei processi che istituzionalizzano la nozione sperimentale di ‘realtà’ attraverso l’osservabile ed il ripetibile, ovvero i cardini del metodo scientifico.

SO NICE TO SEE YOU, 2020, stampa fotografica in formato tessera. Lo stesso processo di scomposizione per ingrandimento è applicato dall’artista all’immagine deputata a costruire la sua identità, ottenuta moltiplicando la ripresa di dettagli della fototessera orginale. Attestazione di cittadinanza, possibilità di spostamento alla guida, di movimentazione del sé attraverso il viaggio, vengono ridotte e confuse in un inganno consapevole: tecnicamente il soggetto inquadrato è sempre Niccolò Moronato, mettendo così in luce un aspetto che si è portati a pensare come improprio dell’immagine fotografica, ovvero un certo grado di convenzionalità interpretativa.

 

FOREWORD

Suppose I ask you “Why did you hit your sister?” and I know you are an only child, what would be your reaction?
It is a metaphor used in science philosophy courses to introduce the gap between the causality of language and memory versus the non-causality of quantum mechanics. The structure inherent in the artifice of the natural code is not applicable to the new constructions of physics and order of time. The gap is substantial and extremely stimulating. A translation is thus necessary. But doesn’t translating something mean to do without the original? How many essential parts can you keep?

                                                                                                Welcome to the Vulgaris Era

 

XVII INTERSECTIONS

 

 

We mean by natural what should not be explained at all

Watch the clock, the time you read is a deception, time is simultaneous.  To correct your display you must enter this formula: ∆S≥0. It is the second principle of thermodynamics that introduces Entropy, in the universe of reality only heat has a scrolling direction. The book of time can be browsed in all directions: the past, present and future are only cultural constructions.

The eternal current always carries with it all epochs, in the indifference of what we call inanimate.

All that we call biodiversity is given by the combination of six atoms. The principles of simplification and recombination are the basis of creation. Always for this reason many authors believe that man can really know only what is within reach of his eyes.

The spatiality of the world is a network of incongruous and multiform relations between a nebula of elementary microgranules.  They appear in defined and intelligible forms only if stimulated by contact with coarser forms of matter.

Abstract thought and its consequent plastic mediation can anticipate the scientific evidence of hundreds of years.

Big clouds of hydrogen are sailing around the galaxy, contracting and expanding, they light up a star. Something happens, a door is opened: hydrogen burns in helium and a further piece in the cosmic chaos is added.

In its anxiety of objectivity science must not forget that our experience of the world is from the inside. There is always a point of view, the linear one is now behind us, new possibilities of localization must be sought.

It is disorder -this is the fate- that makes everything progress, not energy. If it were not so, the world would enter into thermal equilibrium and nothing would happen anymore. We do not live eternally lying in the summer sun.

The only way to experience the past is to confront its traces in the present. Everywhere there are traces. The craters on the moon bear witness to past impacts. Fossils show the shape of beings who lived before today. Telescopes collect flashes of the existence of galaxies that no longer exist. Our mind, the place of the microcosm, lights up with memories in the form of images.

To leave a trace it is necessary that something stops, stops moving. All this can only happen through an irreversible process, degrading energy into heat. Computers heat, a body that dances while moving warms, meteors that fall on the stars heat, even the feather of a Benedictine amanuensis of the Middle Ages warmed a little bit the paper where he put the ink. They are all invisible manifestations of a single constant process: in a world without heat everything would bounce off without leaving any trace of itself.

The future is simply what has not yet left a trace.

Science, like art and philosophy, does not evolve. The three disciplines penetrate each other. Einstein’s theories are a work closer to Aristotle than to Newton. Like Aristotle Einstein argues that the properties of space depend on the articulated presence of bodies in an interacting force field.

Causes, memory, traces. From the point of view of elementary physics none of this exists, but only of configurations and regularities. The great story of the universe appears as a blurred light, with fragmented or irregular contours with impregnable concretions. Mysticism has arrived much earlier than quanta at this conclusion, its ecstasy stitches the wound.

Music always needs a time to exist.

 

Is it fair to wonder whether, as we approach the more and more elementary states of matter in the ways described, it is our senses that are more acute or is matter itself emitting more intense radiation?

 

That which still has no name, which has not been coined, invites to other journeys. Returning back along the discreet course of time, one arrives at the place where time has not yet happened. So in the future.

 

CONCLUSION

 

Era Vulgaris is a phrase used by astronomer, mathematician and economist Johannes Kepler in 1615 to no longer refer to the Christian religion in taking time into account. Voluntarily or not Kepler introduces an interesting ambiguity because the year zero insists on the same scale as the Gregorian calendar, in a sort of question mark on the limits of pure science.

About four centuries later one of the most interesting DJs in the underground panorama of the Mediterranean Trance-Progressive decided to use Era Vulgaris as a pseudonym, unconsciously renewing its semantic ambiguity. The chemical psychotropy veiled on the schematic rhythm in four quarters of the electromagnetic beat of the subwoofers attracts bodies in the ballroom, accumulated by heat dispersion, pushing them to experiment unexpected forms of approach between cosmic fragments. Ellipses, hyperbole and revolutions of the states of consciousness modify space and time in a new evocative and imaginative form of reality where it can happen to meet one’s sister even though they are unique daughters, considering all this as a natural fact. What is even more curious is that this echo can be found in the writings of one of the most important living scholars of quantum gravity, Carlo Rovelli, who defines altered states as the most similar to the folds of elementary space-time.

ALESSIO DE GIROLAMO (main room): presents a section of his work on language with the artist books MAMIOMEGA, THE PSYCHOTRONIK BOOK OF THE SEA, WONDER WATERS and YOU THINK TO TURN AROUND . Letters and codices are monumentalized in single totemic entities by the succession of words, syllables and ambiguous sentences capable of living in an autonomous form that goes beyond the logical structure of language to consign the author to a different dimension, archaic and purely sensorial.  The pictorial medium used is obtained from a recipe with natural ingredients against the contamination of electromagnetic fields and becomes a sign that dusts and stains proportionally to the consultation of the pages, visibly marking the human body with the same pigment created to cancel the action of intangible entities. The large letter GIANT T stands out at the bottom of the space, becoming the fifth in the video documentation of the performance “WONDER WATERS”. The writing composed of the 12 letters arranged in a clockwise direction combines with the hydrogen of the water swept with brooms by the inhabitants of Valletta, producing the melting of the pigment and the consequent annihilation of the word. The gesture of cleanliness takes the form of the purification of silence (Triton Square, Valletta, Malta, 2019).

HYUN CHO (first room and large): he creates for the space a series of sculptures obtained by disassembling and recomposing elements used both in the work and in the objects of youth costume, extracting them from the limits of the function for which they were designed. A fresh, hybrid pleasure between the visual and the tactile accompanies all his work: the use of materials such as aluminum, reflective safety tape, silicone, skateboard parts and disassembled LEDs bring back to a lively approach to the experience, enhanced by the use of neon lights and kinetic structures in perfect symbiosis with the personality of the artist. The latest series are marked by the union of material and text, which has become material itself, brought by the artist in three-dimensional form and shaped according to an imaginary disco-pop, in which grammatically simple structures with great evocative potential ignite intimate energies and record them on physical, smooth and inanimate objects, thus freeing them from any form of moralism or introspective judgment. First room (left to right): FURY AND MOON, SMOKING FOUNTAIN, SPACE SHUTTLE, SMOKING FOUNTAIN N.1. Large room: INFORMAL MODE.

NICCOLO’ MORONATO (mezzanine): THE SMALLEST CONTROLLABLE ELEMENT, 2020, telescope photography, artificial intelligence voice and sound, is a new research inspired by the possibilities of Deep Space Telescopes, realized with four hands with graphic artist Marcelo Vendramel. A voice of artificial intelligence, duly instructed to be natural in its artificiality, reads the definition of pixels, replacing the word with person. It scrolls images of celestial bodies far away, downloaded directly from the Kepler satellite. The video is obtained from the miscellany of two distinct moments of image processing. On the one hand, photographs, taken from the direct restitution of the satellite lens, decomposed in the form of large pixels in their colors and components by amateur astronomy software, varying the basic parameters of research temperature and orientation. On the other hand, animations that return the recording process of the images filtered by the software. Ephemeral aesthetic entities push the viewer to deal with a form of stress of the processes that institutionalize the experimental notion of ‘reality’ through the observable and the repeatable, the cornerstones of the scientific method.
SO NICE TO SEE YOU, 2020, photographic printing in card format. The same process of decomposition by enlargement is applied by the artist to the image used to construct his identity, obtained by multiplying the shooting of details of the original passport photo. Attestation of citizenship, the possibility of driving, of moving the self through the journey, are reduced and confused in a conscious deception: technically the subject in the frame is always Niccolò Moronato, thus highlighting an aspect that one is led to think of as improper of the photographic image, that is a certain degree of interpretative conventionality.