Un giorno del 1823, su un campo da calcio nel Nord dell'Inghilterra, un giocatore prese il pallone tra le braccia e, con squisita indifferenza per le regole del gioco, si mise a correre: aveva inventato il rugby. È opinione diffusa che intorno al 1860 alcuni artisti abbiano inventato l'arte moderna rifiutando tutte le norme della tradizione e liberandosi da quei vincoli che, come la prospettiva, formavano il linguaggio artistico comunemente accettato e capito. Ma non andò così: Degas, van Gogh, Rodin, Cauguin e Picasso non si limitarono a sottrarsi alle regole del gioco, ma proprio come l'inventore del rugby decisero di cogliere le possibilità che si nascondevano nell'arte tradizionale per creare un gioco nuovo con un nuovo sistema di regole. Kirk Varnedoe, con questo saggio brillante per scrittura e imprescindibile per ricchezza e profondità di analisi, offre una panoramica della nascita e degli sviluppi dell'arte moderna, elaborando un'interpretazione originale e sotto molti aspetti rivoluzionaria. Secondo lo studioso americano è semplicistico attribuire la nuova dimensione pittorica imboccata da Degas e van Gogh alle influenze della fotografia e della prospettiva piatta delle stampe giapponesi. Ed è altrettanto riduttivo interpretare il primitivismo di Cauguin e Picasso come un anelito romantico verso esotiche rappresentazioni di mondi lontani.
EDITORE:Johan & Levi
NUMERO PAGINE: 220
FORMATO: BROSSURA